Contador ha ucciso il Giro?

E’ passata solo una settimana dall’inizio del Giro d’Italia, ma sembra che sia passato molto più tempo. Quante cose sono successe durante questa settimana? Molte, troppe: l’euforia dei primi giorni, le vittorie di Pinotti e di Petacchi, il dramma di Wouter Weylandt, il lutto, il dolore, la ripresa, lo sterrato, le cadute, le prime salite. Tutto questo concentrato in sette giorni.
Del resto non c’era da meravigliarsi: chi segue assiduamente la corsa rosa sa bene che sulle nostre strade può succedere di tutto, nel bene e nel male, se non che quest’anno le cose sono andate davvero male a un certo punto, visto il dramma: Weylandt era un ragazzo giovane, promettente, un futuro padre che non potrà mai vedere suo figlio. Mercoledì a Gand, una delle città simbolo del suo e del nostro amato ciclismo, i familiari e gli amici potranno dargli l’ultimo saluto. Sulla sua morte si è detto e si è scritto tanto: io vorrei solamente dire che Wouter dall’alto dei Cieli sarà stato sicuramente felice il giorno seguente la sua scomparsa, nella tappa di Livorno, quando la sua squadra, Farrar, il gruppo e tutto il pubblico lo ha omaggiato in un dolore composto. Questa è la vera ricchezza del ciclismo.
La corsa rosa prosegue con Weening maglia rosa, ma proprio ieri c’è stato un cambio di leader che molti vedono già come decisivo: Alberto Contador sull’Etna fa il vuoto. Nel tratto più duro di una salita pedalabile, lo spagnolo saluta tutti e se ne va via con una facilità disarmante, la stessa facilità con la quale ha vinto 3 Tour, un Giro e una Vuelta. Sembra tutto chiuso ormai, ma non credo sia così: abbiamo detto molte volte, prima della partenza del Giro, che chi inizia troppo forte potrebbe arrivare “appesantito” alla terza settimana di corsa. La forma, in sostanza, deve essere acquisita durante le varie giornate, altrimenti si rischia di andare in debito di ossigeno quando arriveranno le grandi cime alpine. Contador ha dimostrato ampiamente il suo stato di forma, e quindi si potrebbe pensare che se consuma troppe energie adesso potrebbe non farcela nelle ultime tappe, ma conoscendolo l’ipotesi sembra davvero remota: Alberto ha la possibilità di portare la maglia rosa per le prossime due settimane, fino a Milano, e ha una possibilità concreta di portare a casa il Giro. Si tratta di un corridore giovane, ma il suo abbondante e prestigioso palmares non può farci pensare ad altro che ad una sua vittoria finale. Ma la strada è lunga e le ruote sono rotonde: forature, cadute e quant’altro sono dietro l’angolo: anche questa è una possibilità remota, ma gli avversari che lo hanno visto scappare via sull’Etna si aggrapperanno anche a questa speranza…

Carlo Gugliotta

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