“Spazio Ciclismo” diventa “Ultimo Chilometro” su Radio Manà Manà Sport

 

Cari amici, dopo aver trascorso il mese di Agosto a riposo, da un paio di settimane “Spazio Ciclismo” è tornato in forma completamente nuova: nuovo nome, nuova radio, nuovo orario.

Con la chiusura di Nuova Spazio Radio, infatti, l’emittente è diventata Radio Manà Manà Sport, e il sabato, giorno in cui nel palinsesto della nuova emittente vengono inseriti gli approfondimenti dedicati agli altri sport, trova spazio “Ultimo Chilometro”, in diretta dalle 18 alle 19, trasmissione che con il nuovo nome vuole continuare la missione che era di Spazio Ciclismo: raccontarvi il mondo delle due ruote attraverso i suoi protagonisti.

Ovviamente anche il blog subirà delle modifiche, in quanto verrà adattato alle esigenze del nuovo programma.

Vi aspetto quindi in diretta ogni sabato dalle 18 alle 19 sugli 88.100 in FM (per chi è a Roma) o in streaming audio su http://www.radiomanasport.it con “Ultimo Chilometro”!

“Spazio Ciclismo” cambia giorno e ora con puntate speciali!

A seguito dei cambiamenti di palinsesto di Nuova Spazio Radio, il nostro programma “Spazio Ciclismo” andrà in onda in una giornata diversa, il lunedì, dalle 13 alle 13:30. Domani, però, faremo una puntata speciale, sempre alla stessa ora, per parlare dei campionati italiani di ciclismo.
A partire dal 4 luglio, inoltre, “Spazio Ciclismo” andrà in onda tutti i giorni dal lunedì al venerdì per offrirvi una copertura massima sul Tour de France.

Carlo Gugliotta

Giù le mani da Basso e da Petacchi

Chi è senza peccato scagli la prima pietra, si dice in genere. Ma non è così nel ciclismo: se sei anche un semplice sospettato, non puoi essere perdonato. Non puoi farci nulla, ormai sei bollato: la severità delle nostre istituzioni non permette sbagli, perchè si sa, i ciclisti sono tutti dopati, e quei pochissimi che non si dopano devono comunque essere puniti, altrimenti che ciclismo sarebbe senza doping?
Sia ben chiaro che questo non è il mio punto di vista. Il mio è semplicemente un modo per capire cosa passa nella testa dei “capi” del ciclismo, di quelle persone che passano la loro vita dietro ad una scrivania e non su una sella a fare una fatica bestiale e a farsi prelevare il sangue perfino al cinema. La notizia che stiamo per andare ad analizzare è una di quelle che è destinata a spaccare l’opinione pubblica: secondo l’ultima delibera, tutti i corridori squalificati per doping non potranno mai più prendere parte a un mondiale o ad un mondiale, alla faccia della norma che prevede “solo” due anni di squalifica per i corridori che fanno uso di sostanze vietate. Chiedo scusa da subito se la mia opinione non seguirà quella di massa, ma non posso farci nulla. Mi sembra una classica buffonata all’italiana, è inutile nasconderci dietro un dito: se per la Federazione Ciclistica Internazionale un corridore può tornare alle gare dopo due anni di squalifica, perchè non potrebbe correre mondiale e campionato nazionale? Sono per caso gare troppo importanti, perfino più importanti del Santo Tour de France, dove il patron Preudhomme non dorme sonni tranquilli a causa del fatto che un sospettato come Contador prenderà parte alla corsa che dovrebbe essere la più importante al mondo? Dico dovrebbe essere perchè stando a questa delibera sembra quasi che campionato nazionale e mondiale siano più importanti, visto che al Tour corridori come Basso e Petacchi, che hanno scontato una squalifica, potranno partecipare alla corsa. Già, Basso e Petacchi. Proprio loro non potranno quindi prendere parte nè ai campionati nazionali nè al mondiale, con molto rammarico soprattutto per quest’ultima gara visto che si addiceva molto alle caratteristiche dello spezzino. Loro non potranno correre perchè si sono fatti una squalifica per doping che poi doping non era. Molta gente che non segue costantemente il ciclismo non ha la memoria lunga, e la testimonianza di questo sta nel fatto che quando Basso è stato squalificato tutti correvano a gridargli che era un dopato, mentre al suo ritorno nel 2009 e dopo la sua vittoria al Giro del 2010 tutti lo hanno iniziato a guardare con professionalità e rispetto. Come cambiano le cose in due anni! Non dimentichiamo, inoltre, che Ivan non ha mai vinto grazie al doping, in quanto è stato squalificato solamente per avere avuto contatti (e sottolineo, per avere avuto contatti) con il famigerato dottor Fuentes, ma in tutti i controlli fatti non è mai risultato positivo. Eppure è stato fermo due anni, durante i quali stava per giungere a una completa maturazione fisica e mentale. Ha dovuto ricominciare da capo, e bisogna dargli onore per questo. Ivan ha pagato per una colpa non sua, perchè mentre lui si faceva due anni di squalifica un certo Valverde continuava a correre e a vincere, alla faccia del buon Basso.
Stesso discorso si può fare per Alessandro Petacchi: il corridore della Lampre è stato squalificato per positività al salbutamolo, sostanza che prendeva a causa dell’asma. Ma all’UCI non interessa: i ciclisti devono essere fatti fuori. Ecco perchè, nonostante sia stato prosciolto da ogni accusa, Alessandro non potrà difendere i nostri colori al mondiale. (In)giustizia è fatta, come al solito: e anche quest’anno, guarda caso, a Giugno, come sempre, prima del Tour de France. Tanto per rendere il ciclismo il capro espiatorio dei mali degli altri sport.

 

Carlo Gugliotta

Spazio Ciclismo: Enzo Vicennati, Stefano Zanatta e Giuseppe Girolamo ospiti della puntata di domani

Come ogni martedì, domani dalle 13 alle 14 andrà in onda la consueta puntata di “Spazio Ciclismo” in diretta su Nuova Spazio Radio.
Gli ospiti di domani saranno Enzo Vicennati, giornalista di Bicisport, con il quale faremo il punto sui risultati delle ultime gare, in modo particolare su come i corridori italiani stanno preparando il Tour de France e i campionati italiani. Commenteremo anche le notizie uscite in settimana sul caso Riccò. In seguito parleremo con il DS della Liquigas Stefano Zanatta di come sta Ivan Basso alla vigilia del Tour de France. Più tardi, insieme al direttore del sito http://www.cyclingworld.it Giuseppe Girolamo faremo il punto sulle gare che si stanno svolgendo in questo periodo, in modo particolare sul Giro del Delfinato e sul Giro di Svizzera.

La radio è ascoltabile sugli 88.100 in FM per chi è a Roma oppure online in tutto il mondo sul sito http://www.elleradio.it.

Carlo Gugliotta

Michele Scarponi: “Il prossimo obiettivo è la Vuelta”

 

Riportiamo l’intervista che Michele Scarponi, secondo classificato al Giro d’Italia 2011, ha rilasciato ai microfoni di “Spazio Ciclismo” martedì 7 Giugno 2011.

Michele, ti abbiamo disturbato in un periodo di riposo, ma ci tenevamo a farti i complimenti: possiamo dire che sei stato il primo degli “umani” vista la prova disumana di Contador.
Sì, in questo momento mi sto godendo un pò di relax dopo aver terminato il Giro d’Italia davanti a un ottimo Nibali e dietro a un grandissimo Contador, che anche questa volta ha dimostrato di essere un grandissimo campione. Io ho fatto del mio meglio e sono riuscito a fare secondo.

In molti hanno interpretato la tua tattica di non attaccare quasi mai frontalmente Contador come un giocare in difesa. Alla fine però possiamo dire che sei stato ripagato di questa scelta?
Non è così facile: durante la prima settimana ho cercato di attaccare Alberto ma sull’Etna aveva veramente un altro passo, poi ci ho provato successivamente ma ho capito che l’unico modo possibile per fare meglio degli altri era quello di correre in difesa. Alla fine sono riuscito ad arrivare secondo e credo di aver interpretato nel modo migliore il Giro.

A proposito di Etna, dopo quella tappa ti abbiamo visto visibilmente arrabbiato. Cosa è successo?
Sì perchè sull’Etna ci tenevo a fare bene ed avevo pochi secondi di distacco da Wiggins che era in maglia rosa, quindi sognavo di indossare la maglia di leader al termine di quella giornata. Ho cercato di attaccare Contador sperando andasse non troppo forte, invece aveva veramente un altro passo. Diciamo che quel giorno più che arrabbiato ero deluso perchè pensavo che le cose andassero diversamente.

Qual’è il tuo rapporto con la Lampre, squadra della quale sei stato il leader indiscusso al Giro d’Italia visto che anche un velocista come Petacchi in alcuni casi si è messo a fare il gregario per aiutarti?
Devo dire che con la Lampre mi sono trovato benissimo fin da subito, tant’è vero che oltre al Giro che ho concluso secondo questa è stata la mia migliore annata, perchè sono riuscito a vincere già dal Giro di Sardegna e sono andato bene sia alla Tirreno-Adriatico che al Trentino. Sicuramente è merito dell’allenamento ma anche della squadra, compresi meccanici e direttori sportivi. Alessandro è un grandissimo campione e vederlo lavorare per me dopo essere stato in maglia rosa per un giorno è stato bellissimo. Ci terrei a ringraziarlo: è una grande persona oltre che un grande corridore.

Qual’è stata la tua tappa migliore che hai corso al Giro?
Sicuramente quella del Gardeccia, perchè sono riuscito a conquistare la seconda posizione e sono rimasto molto vicino a Contador.

Quest’anno hai puntato tutto sul Giro. C’è la possibilità di vederti al Tour de France nei prossimi anni?
Penso di sì, quest’anno ho puntato molto sul Giro e a fine stagione proverò la Vuelta, ma l’anno prossimo mi piacerebbe correre il Tour. Ho partecipato alla corsa francese già nel 2004: preferisco il Giro perchè sono italiano e perchè secondo me è più bello, però il Tour è l’evento ciclistico più importante e ho intenzione di tornarci, magari già l’anno prossimo. Per quest’anno, ripeto, correrò in Spagna anche perchè la Vuelta è anch’essa una corsa bellissima, dove soprattutto gli spagnoli vanno molto forte e sarà dura, ma lavorerò anche in vista del Giro di Lombardia, che è un altro appuntamento importante per me visto il secondo posto dell’anno scorso dietro a Gilbert.

Che idea ti sei fatto sul Tour di quest’anno? Quali saranno secondo te gli uomini da battere?
A parte Contador credo che l’uomo da battere sia Andy Schleck, in quanto ha preparato nello specifico la corsa. Poi ci saranno Cadel Evans e anche Ivan Basso: per quest’ultimo spero solo che la caduta non gli abbia rallentato troppo la preparazione. Vorrei anche aggiungere un altro nome a sorpresa, quello di Brajkovic: l’anno scorso ha battuto Contador al Delfinato, chissà che quest’anno non lo faccia al Tour.

A proposito di Contador, quando lo vediamo in bici sembra un marziano. Tu che lo conosci bene, com’è fuori dalle corse?
In gara vederlo pedalare con quella facilità ti scoraggia anche, però è davvero forte e non possiamo dirgli nulla. Io sono stato compagno di Alberto alla Liberty Seguros nel 2005 e giù dalla bici scherziamo spesso, è un tipo alla mano ed è molto simpatico. Non lo credo solo io però, perchè nel gruppo tutti lo rispettano. E’ un grande sia per le sue imprese che per il suo comportamento fuori dalle corse, anche se alle volte fa arrabbiare perchè va troppo forte!

Carlo Gugliotta

Solo i ciclisti vengono controllati?

I lettori mi perdoneranno se entro “a gamba tesa” su un argomento che in linea di massima non mi dovrebbe competere, ma quando anche in altri sport al di fuori del ciclismo c’è qualcosa che non quadra, tutto questo dovrebbe portarci a fare una riflessione più generica. Premesso che a chi vi scrive piace molto il gioco del pallone, tanto da avere iniziato a muovere i primi passi nel giornalismo proprio come cronista del calcio giovanile e dilettantistico, mi risulta difficile non pensare a una grossa macchia che sta uscendo fuori in questi giorni nei quali si parla di scommesse, di gare pilotate e di giocatori narcotizzati. Già, avete capito bene, cari appassionati di ciclismo: narcotizzati. Stando a quello che riportano le varie fonti, per cercare di indirizzare un certo risultato i calciatori venivano narcotizzati con dei sonniferi, al punto che, come riporta la Gazzetta dello Sport di stamattina, si viene a scoprire che alcuni atleti della Cremonese si sentono male nell’intervallo di una partita e addirittura uno di loro finisce fuori strada con la propria auto mentre sta tornando a casa. Ora non voglio entrare nel merito del calcio scommesse, voglio semplicemente sottolineare una cosa: per quale motivo Gervasoni, il calciatore della Cremonese vittima dell’incidente d’auto, non è stato fermato prima di mettersi al volante? Mi spiego meglio: noi che siamo abituati a seguire le fatiche dei ciclisti, siamo anche abituati al famigerato controllo antidoping. Al termine di ogni gara e in ogni possibile momento anche fuori dalle corse i ciclisti vengono controllati con le analisi di sangue ed urine. La domanda che mi pongo è la seguente: perchè Gervasoni non è stato controllato? Non me la sto prendendo con il giocatore della Cremonese nè voglio supporre chissà che cosa, sia ben chiaro: voglio solo mostrare quanta discrepanza c’è tra il ciclismo e il calcio. Nel primo sport un atleta viene controllato notte e giorno, perfino quando va al cinema o quando decide di prendersi un periodo di vacanza, nel secondo neanche quando ci si sente male vengono effettuate le analisi di sangue e urina. Perchè tutto questo? Perchè un ciclista deve essere controllato e un calciatore no, neanche quando sta male? Solo dopo l’incidente Gervasoni è stato sottoposto alle analisi: se fosse successo prima si sarebbe evitato questo incidente e soprattutto i fatti forse si sarebbero conosciuti prima.
Ma soprattutto voglio chiedere agli appassionati di ciclismo: e se fosse stato un ciclista ad essere stato narcotizzato, cosa sarebbe successo? Vedo già la gogna mediatica, la ghigliottina pronta a tagliare la testa per l’ennesima volta a uno sport meraviglioso come quello delle due ruote. Ma stavolta la bici non c’entra nulla: stavolta c’è di mezzo il pallone, e insieme a lui sponsor, biglietti per lo stadio, diritti tv e chi più ne ha più ne metta. Pensate: un calciatore ingerisce un sonnifero, gioca la sua partita e poi torna a casa. E l’antidoping? E le analisi? Nessuno ci vieta di pensare, per chi vuole crederlo, che il calcio sia uno sport pulito, ma per il bene dei calciatori e per la credibilità del pallone forse è meglio fare qualche prelievo di sangue in più piuttosto che far schiantare un atleta con la macchina dopo averlo fatto giocare narcotizzato. Con un controllo antidoping si sarebbe scoperto che Gervasoni è un giocatore pulito, che si allena e che non ha bisogno di sostanze per essere un buon elemento in campo, ma perlomeno si sarebbe saputo subito che ha ingerito un sonnifero.
Probabilmente tutto resterà così: il caso delle scommesse verrà analizzato dalla giustizia e si arriverà ad una soluzione, ma la salute degli atleti resterà sempre in secondo piano. Del resto se circolano così tanti soldi perchè ci dovrebbe stare di mezzo la salute?

Carlo Gugliotta.

Gilberto Simoni: “Anche senza il Crostis la tappa dello Zoncolan è stata spettacolare”

Riportiamo l’intervista che Gilberto Simoni ha rilasciato al programma radiofonico Spazio Ciclismo martedì 24 Maggio 2011.

Gilberto Simoni, abbiamo visto un Giro d’Italia interamente dominato da Alberto Contador. Lei ha corso contro di lui durante il Giro d’Italia del 2008, il primo vinto dallo spagnolo. Secondo lei c’è un modo per batterlo?

Battere Contador è veramente molto difficile. Alberto ha vinto tutte e tre le grandi corse a tappe a soli 28 anni quindi quando si parla di lui è più facile descrivere i punti deboli degli altri piuttosto che i suoi. Sicuramente ci vuole coraggio: io nel 2008 l’ho attaccato da lontano e mi ha fermato una crisi di freddo, però potevo permettermelo perchè di piazzamenti al Giro ne avevo tanti e ho tentato il tutto per tutto, per Nibali e Scarponi il discorso è diverso.

 

Secondo lei sono state giuste le tattiche dei suoi avversari per cercare di metterlo in difficoltà?

Credo che sia stato un bel Giro sotto l’aspetto competitivo. Le cose sono andate un pò come dovevano anche se secondo me la Lampre all’inizio è stata un pò troppo nervosa e cercava a tutti i costi il successo e la maglia rosa, quando invece con Scarponi poteva rimanere più tranquilla e aspettare gli ultimi dieci giorni che erano i più impegnativi. La Liquigas di Nibali ha fatto quello che poteva, quando ha trovato modo di attaccare Contador lo ha fatto e spesso ha fatto anche degli errori, ma è giusto così perchè se non si voleva regalare questo Giro qualche rischio bisognava assumerselo. Di certo non è facile battere lo spagnolo, ha dato una vera e propria dimostrazione di forza.

 

Contador ha ricevuto tantissimi applausi durante tutto il percorso tranne che durante la tappa che arrivava sullo Zoncolan, quella che è la “Cima Simoni” visto che lei ha trionfato su quella salita per due volte. Là lo spagnolo ha ricevuto una bordata di fischi perchè il pubblico pensava fosse colpevole della cancellazione del monte Crostis insieme al suo direttore sportivo. Pensa che con il Crostis ci sarebbero stati più tentativi per un attacco?

Crostis o non Crostis per me è stata una splendida gara, certo se non fosse stato per la tragedia di Weylandt nella terza tappa si sarebbe affrontato. C’era molta paura in gruppo, quindi sull’onda emotiva di ciò che è già successo si è evitata una discesa che per molti era considerata pericolosa. E’ andata così, è stata una circostanza, la tappa per me non sarebbe cambiata: anche se Nibali avesse attaccato in discesa per me avrebbe comunque pagato sullo Zoncolan. Non sarebbe stato il Crostis insomma a cambiare un Giro che Contador ha meritatamente vinto.

 

Questo è stato il suo primo anno senza Giro d’Italia. Ci sarà modo di poterla rivedere nel mondo del ciclismo?

Tutto è possibile, ma adesso ho bisogno di respirare aria nuova, di guardarmi il ciclismo come tifoso e come appassionato.

 

Carlo Gugliotta

Andrea Noè: “Il Ciclismo già mi manca!”

 

Riportiamo l’intervista che Andrea Noè ha rilasciato durante il programma “Spazio Ciclismo” di martedì 24 Maggio 2011.

 

Andrea, sei reduce da questa avventura del Giro d’Italia. Avevi detto alla vigilia della partenza che sarebbe stata la tua ultima partecipazione alla corsa rosa ma un virus non ti ha permesso di arrivare fino alla fine. Come ti senti adesso?

Sì, ho inseguito questo Giro per due anni e poi un banale virus non mi ha permesso di terminarlo. Terminerò lo stesso la mia avventura a Milano però: non ci andrò in bicicletta ma sarò sicuramente lì come tifoso. Adesso fisicamente sto meglio, anche se mentalmente non va ancora bene perchè essere al Giro fino a ieri e oggi seguirlo da casa non è assolutamente facile.

 

Ma con la forma che hai dimostrato di avere, visto che sei anche entrato in alcune fughe durante la corsa, siamo sicuri che questa tua decisione di lasciare sia irrevocabile?

La condizione fisica c’era e sapevo di averla perchè mi sono preparato bene, però ho anche 42 anni ed è giusto lasciare ora, non andrebbe bene nè per me nè per il ciclismo continuare. Io sono un tipo schietto, quando dico una cosa poi la faccio, purtroppo l’avventura si è conclusa male ma è andata così. Adesso farò due o tre circuiti post giro e poi basta.

 

Tu sei stato un vero e proprio stakanovista del Giro, in quanto dal 1994 a oggi hai preso parte a tutte le edizioni della corsa rosa tranne un paio. Possiamo dire che il Giro è la competizione alla quale sei più affezionato?

Sicuramente sì, ne ho fatti sedici e ne ho conclusi quattordici, non ho chiuso solo il primo e l’ultimo che ho fatto per problemi fisici. Non ho scelto a caso il Giro per concludere la mia lunga carriera, in quanto sono molto legato a questa corsa, ho indossato la maglia rosa e sono il più anziano ad averla indossata, ho vinto tappe, ho corso in squadra con Rominger e con Di Luca che ne hanno vinti uno a testa, quindi sono legato indissolubilmente al Giro.

 

Come sta la tua squadra, la Farnese Vini? Prima della partenza si è parlato molto dell’esclusione di Guardini, adesso però sembra che i risultati stiano arrivando e la vittoria di Gatto è la ciliegina sulla torta del giro che sta correndo la squadra.

Sapevamo tutti che questo Giro era molto duro. Guardini è molto bravo, ha vinto molte gare ma è giusto che maturi sotto la guida di Scinto. Abbiamo vinto una tappa, stiamo correndo bene e credo che ci saranno altre tappe adatte ai miei compagni, quindi approvo le scelte che ha fatto Luca perchè ha portato un gruppo che, nonostante la sfortuna, si è sempre fatto vedere anche con lunghe fughe. Secondo me la Farnese sta facendo un ottimo Giro e credo che anche Visconti abbia la gamba per vincere, tra l’altro mi ha detto che mi avrebbe dedicato la vittoria quindi lo aspetto.

 

Tu che hai corso vicino a Contador, puoi dirci se secondo te esiste una maniera per batterlo?

E’ molto difficile, per battere Contador deve andare in crisi. Ha dimostrato di non avere rivali e di riuscire a trovare alleanze anche con altre squadre, quindi sta correndo in modo intelligente. Se non ha un giorno di crisi il Giro è suo, anche perchè ormai è rimasto solo il Colle delle Finestre.

 

Hai già dei progetti per il futuro? Ti rivedremo ancora all’interno del mondo del ciclismo, magari come direttore sportivo?

Ho lasciato la bici da pochissimi giorni e già mi manca. E’ giusto staccare anche perchè ho una famiglia che ha sempre assecondato. Rimanere dentro mi piacerebbe sicuramente, vedremo che possibilità ci saranno.

 

Per un giovane che vuole avvicinarsi al ciclismo e che vorrebbe diventare un professionista che consigli puoi dargli dall’alto della tua esperienza?

Dico che bisogna fare questo sport con serietà. Il ciclismo è difficile, impegnativo, e bisogna dedicarsi a questo con la massima serietà. Se ha le doti poi verranno sicuramente fuori, senza problemi.

 

 

 

Carlo Gugliotta

Spazio Ciclismo: Andrea Noè e Gilberto Simoni ospiti d’onore della prossima puntata

Come ogni martedì in diretta dalle 13 alle 14 e in replica dalle 20 alle 21 andrà in onda la consueta puntata di “Spazio Ciclismo”, la trasmissione radiofonica che vi fa ascoltare i protagonisti del ciclismo!
Nella prossima puntata avremo l’onore di collegarci con due grandissimi campioni: Andrea Noè, reduce dal suo ritiro al Giro d’Italia, e Gilberto Simoni, il campione trentino che l’anno scorso si è ritirato dalle corse. Avremo il suo parere sul Giro d’Italia e in modo particolare commenterà l’arrivo dello Zoncolan, cima sulla quale ha trionfato per ben due volte consecutivamente.

Ricordo che la radio è ascoltabile sugli 88.100 in FM solo per chi è di Roma, mentre per tutti gli altri è possibile ascoltarci in streaming audio sul sito http://www.elleradio.it cliccando sul link “ora in onda”.
Come al solito sarà anche possibile porre delle domande o delle considerazioni attraverso il nostro numero di sms che è il 335-6637853.

Carlo Gugliotta

Contador ha ucciso il Giro?

E’ passata solo una settimana dall’inizio del Giro d’Italia, ma sembra che sia passato molto più tempo. Quante cose sono successe durante questa settimana? Molte, troppe: l’euforia dei primi giorni, le vittorie di Pinotti e di Petacchi, il dramma di Wouter Weylandt, il lutto, il dolore, la ripresa, lo sterrato, le cadute, le prime salite. Tutto questo concentrato in sette giorni.
Del resto non c’era da meravigliarsi: chi segue assiduamente la corsa rosa sa bene che sulle nostre strade può succedere di tutto, nel bene e nel male, se non che quest’anno le cose sono andate davvero male a un certo punto, visto il dramma: Weylandt era un ragazzo giovane, promettente, un futuro padre che non potrà mai vedere suo figlio. Mercoledì a Gand, una delle città simbolo del suo e del nostro amato ciclismo, i familiari e gli amici potranno dargli l’ultimo saluto. Sulla sua morte si è detto e si è scritto tanto: io vorrei solamente dire che Wouter dall’alto dei Cieli sarà stato sicuramente felice il giorno seguente la sua scomparsa, nella tappa di Livorno, quando la sua squadra, Farrar, il gruppo e tutto il pubblico lo ha omaggiato in un dolore composto. Questa è la vera ricchezza del ciclismo.
La corsa rosa prosegue con Weening maglia rosa, ma proprio ieri c’è stato un cambio di leader che molti vedono già come decisivo: Alberto Contador sull’Etna fa il vuoto. Nel tratto più duro di una salita pedalabile, lo spagnolo saluta tutti e se ne va via con una facilità disarmante, la stessa facilità con la quale ha vinto 3 Tour, un Giro e una Vuelta. Sembra tutto chiuso ormai, ma non credo sia così: abbiamo detto molte volte, prima della partenza del Giro, che chi inizia troppo forte potrebbe arrivare “appesantito” alla terza settimana di corsa. La forma, in sostanza, deve essere acquisita durante le varie giornate, altrimenti si rischia di andare in debito di ossigeno quando arriveranno le grandi cime alpine. Contador ha dimostrato ampiamente il suo stato di forma, e quindi si potrebbe pensare che se consuma troppe energie adesso potrebbe non farcela nelle ultime tappe, ma conoscendolo l’ipotesi sembra davvero remota: Alberto ha la possibilità di portare la maglia rosa per le prossime due settimane, fino a Milano, e ha una possibilità concreta di portare a casa il Giro. Si tratta di un corridore giovane, ma il suo abbondante e prestigioso palmares non può farci pensare ad altro che ad una sua vittoria finale. Ma la strada è lunga e le ruote sono rotonde: forature, cadute e quant’altro sono dietro l’angolo: anche questa è una possibilità remota, ma gli avversari che lo hanno visto scappare via sull’Etna si aggrapperanno anche a questa speranza…

Carlo Gugliotta