Giù le mani da Basso e da Petacchi

Chi è senza peccato scagli la prima pietra, si dice in genere. Ma non è così nel ciclismo: se sei anche un semplice sospettato, non puoi essere perdonato. Non puoi farci nulla, ormai sei bollato: la severità delle nostre istituzioni non permette sbagli, perchè si sa, i ciclisti sono tutti dopati, e quei pochissimi che non si dopano devono comunque essere puniti, altrimenti che ciclismo sarebbe senza doping?
Sia ben chiaro che questo non è il mio punto di vista. Il mio è semplicemente un modo per capire cosa passa nella testa dei “capi” del ciclismo, di quelle persone che passano la loro vita dietro ad una scrivania e non su una sella a fare una fatica bestiale e a farsi prelevare il sangue perfino al cinema. La notizia che stiamo per andare ad analizzare è una di quelle che è destinata a spaccare l’opinione pubblica: secondo l’ultima delibera, tutti i corridori squalificati per doping non potranno mai più prendere parte a un mondiale o ad un mondiale, alla faccia della norma che prevede “solo” due anni di squalifica per i corridori che fanno uso di sostanze vietate. Chiedo scusa da subito se la mia opinione non seguirà quella di massa, ma non posso farci nulla. Mi sembra una classica buffonata all’italiana, è inutile nasconderci dietro un dito: se per la Federazione Ciclistica Internazionale un corridore può tornare alle gare dopo due anni di squalifica, perchè non potrebbe correre mondiale e campionato nazionale? Sono per caso gare troppo importanti, perfino più importanti del Santo Tour de France, dove il patron Preudhomme non dorme sonni tranquilli a causa del fatto che un sospettato come Contador prenderà parte alla corsa che dovrebbe essere la più importante al mondo? Dico dovrebbe essere perchè stando a questa delibera sembra quasi che campionato nazionale e mondiale siano più importanti, visto che al Tour corridori come Basso e Petacchi, che hanno scontato una squalifica, potranno partecipare alla corsa. Già, Basso e Petacchi. Proprio loro non potranno quindi prendere parte nè ai campionati nazionali nè al mondiale, con molto rammarico soprattutto per quest’ultima gara visto che si addiceva molto alle caratteristiche dello spezzino. Loro non potranno correre perchè si sono fatti una squalifica per doping che poi doping non era. Molta gente che non segue costantemente il ciclismo non ha la memoria lunga, e la testimonianza di questo sta nel fatto che quando Basso è stato squalificato tutti correvano a gridargli che era un dopato, mentre al suo ritorno nel 2009 e dopo la sua vittoria al Giro del 2010 tutti lo hanno iniziato a guardare con professionalità e rispetto. Come cambiano le cose in due anni! Non dimentichiamo, inoltre, che Ivan non ha mai vinto grazie al doping, in quanto è stato squalificato solamente per avere avuto contatti (e sottolineo, per avere avuto contatti) con il famigerato dottor Fuentes, ma in tutti i controlli fatti non è mai risultato positivo. Eppure è stato fermo due anni, durante i quali stava per giungere a una completa maturazione fisica e mentale. Ha dovuto ricominciare da capo, e bisogna dargli onore per questo. Ivan ha pagato per una colpa non sua, perchè mentre lui si faceva due anni di squalifica un certo Valverde continuava a correre e a vincere, alla faccia del buon Basso.
Stesso discorso si può fare per Alessandro Petacchi: il corridore della Lampre è stato squalificato per positività al salbutamolo, sostanza che prendeva a causa dell’asma. Ma all’UCI non interessa: i ciclisti devono essere fatti fuori. Ecco perchè, nonostante sia stato prosciolto da ogni accusa, Alessandro non potrà difendere i nostri colori al mondiale. (In)giustizia è fatta, come al solito: e anche quest’anno, guarda caso, a Giugno, come sempre, prima del Tour de France. Tanto per rendere il ciclismo il capro espiatorio dei mali degli altri sport.

 

Carlo Gugliotta

Spazio Ciclismo: Enzo Vicennati, Stefano Zanatta e Giuseppe Girolamo ospiti della puntata di domani

Come ogni martedì, domani dalle 13 alle 14 andrà in onda la consueta puntata di “Spazio Ciclismo” in diretta su Nuova Spazio Radio.
Gli ospiti di domani saranno Enzo Vicennati, giornalista di Bicisport, con il quale faremo il punto sui risultati delle ultime gare, in modo particolare su come i corridori italiani stanno preparando il Tour de France e i campionati italiani. Commenteremo anche le notizie uscite in settimana sul caso Riccò. In seguito parleremo con il DS della Liquigas Stefano Zanatta di come sta Ivan Basso alla vigilia del Tour de France. Più tardi, insieme al direttore del sito http://www.cyclingworld.it Giuseppe Girolamo faremo il punto sulle gare che si stanno svolgendo in questo periodo, in modo particolare sul Giro del Delfinato e sul Giro di Svizzera.

La radio è ascoltabile sugli 88.100 in FM per chi è a Roma oppure online in tutto il mondo sul sito http://www.elleradio.it.

Carlo Gugliotta

Michele Scarponi: “Il prossimo obiettivo è la Vuelta”

 

Riportiamo l’intervista che Michele Scarponi, secondo classificato al Giro d’Italia 2011, ha rilasciato ai microfoni di “Spazio Ciclismo” martedì 7 Giugno 2011.

Michele, ti abbiamo disturbato in un periodo di riposo, ma ci tenevamo a farti i complimenti: possiamo dire che sei stato il primo degli “umani” vista la prova disumana di Contador.
Sì, in questo momento mi sto godendo un pò di relax dopo aver terminato il Giro d’Italia davanti a un ottimo Nibali e dietro a un grandissimo Contador, che anche questa volta ha dimostrato di essere un grandissimo campione. Io ho fatto del mio meglio e sono riuscito a fare secondo.

In molti hanno interpretato la tua tattica di non attaccare quasi mai frontalmente Contador come un giocare in difesa. Alla fine però possiamo dire che sei stato ripagato di questa scelta?
Non è così facile: durante la prima settimana ho cercato di attaccare Alberto ma sull’Etna aveva veramente un altro passo, poi ci ho provato successivamente ma ho capito che l’unico modo possibile per fare meglio degli altri era quello di correre in difesa. Alla fine sono riuscito ad arrivare secondo e credo di aver interpretato nel modo migliore il Giro.

A proposito di Etna, dopo quella tappa ti abbiamo visto visibilmente arrabbiato. Cosa è successo?
Sì perchè sull’Etna ci tenevo a fare bene ed avevo pochi secondi di distacco da Wiggins che era in maglia rosa, quindi sognavo di indossare la maglia di leader al termine di quella giornata. Ho cercato di attaccare Contador sperando andasse non troppo forte, invece aveva veramente un altro passo. Diciamo che quel giorno più che arrabbiato ero deluso perchè pensavo che le cose andassero diversamente.

Qual’è il tuo rapporto con la Lampre, squadra della quale sei stato il leader indiscusso al Giro d’Italia visto che anche un velocista come Petacchi in alcuni casi si è messo a fare il gregario per aiutarti?
Devo dire che con la Lampre mi sono trovato benissimo fin da subito, tant’è vero che oltre al Giro che ho concluso secondo questa è stata la mia migliore annata, perchè sono riuscito a vincere già dal Giro di Sardegna e sono andato bene sia alla Tirreno-Adriatico che al Trentino. Sicuramente è merito dell’allenamento ma anche della squadra, compresi meccanici e direttori sportivi. Alessandro è un grandissimo campione e vederlo lavorare per me dopo essere stato in maglia rosa per un giorno è stato bellissimo. Ci terrei a ringraziarlo: è una grande persona oltre che un grande corridore.

Qual’è stata la tua tappa migliore che hai corso al Giro?
Sicuramente quella del Gardeccia, perchè sono riuscito a conquistare la seconda posizione e sono rimasto molto vicino a Contador.

Quest’anno hai puntato tutto sul Giro. C’è la possibilità di vederti al Tour de France nei prossimi anni?
Penso di sì, quest’anno ho puntato molto sul Giro e a fine stagione proverò la Vuelta, ma l’anno prossimo mi piacerebbe correre il Tour. Ho partecipato alla corsa francese già nel 2004: preferisco il Giro perchè sono italiano e perchè secondo me è più bello, però il Tour è l’evento ciclistico più importante e ho intenzione di tornarci, magari già l’anno prossimo. Per quest’anno, ripeto, correrò in Spagna anche perchè la Vuelta è anch’essa una corsa bellissima, dove soprattutto gli spagnoli vanno molto forte e sarà dura, ma lavorerò anche in vista del Giro di Lombardia, che è un altro appuntamento importante per me visto il secondo posto dell’anno scorso dietro a Gilbert.

Che idea ti sei fatto sul Tour di quest’anno? Quali saranno secondo te gli uomini da battere?
A parte Contador credo che l’uomo da battere sia Andy Schleck, in quanto ha preparato nello specifico la corsa. Poi ci saranno Cadel Evans e anche Ivan Basso: per quest’ultimo spero solo che la caduta non gli abbia rallentato troppo la preparazione. Vorrei anche aggiungere un altro nome a sorpresa, quello di Brajkovic: l’anno scorso ha battuto Contador al Delfinato, chissà che quest’anno non lo faccia al Tour.

A proposito di Contador, quando lo vediamo in bici sembra un marziano. Tu che lo conosci bene, com’è fuori dalle corse?
In gara vederlo pedalare con quella facilità ti scoraggia anche, però è davvero forte e non possiamo dirgli nulla. Io sono stato compagno di Alberto alla Liberty Seguros nel 2005 e giù dalla bici scherziamo spesso, è un tipo alla mano ed è molto simpatico. Non lo credo solo io però, perchè nel gruppo tutti lo rispettano. E’ un grande sia per le sue imprese che per il suo comportamento fuori dalle corse, anche se alle volte fa arrabbiare perchè va troppo forte!

Carlo Gugliotta

Andrea Noè: “Il Ciclismo già mi manca!”

 

Riportiamo l’intervista che Andrea Noè ha rilasciato durante il programma “Spazio Ciclismo” di martedì 24 Maggio 2011.

 

Andrea, sei reduce da questa avventura del Giro d’Italia. Avevi detto alla vigilia della partenza che sarebbe stata la tua ultima partecipazione alla corsa rosa ma un virus non ti ha permesso di arrivare fino alla fine. Come ti senti adesso?

Sì, ho inseguito questo Giro per due anni e poi un banale virus non mi ha permesso di terminarlo. Terminerò lo stesso la mia avventura a Milano però: non ci andrò in bicicletta ma sarò sicuramente lì come tifoso. Adesso fisicamente sto meglio, anche se mentalmente non va ancora bene perchè essere al Giro fino a ieri e oggi seguirlo da casa non è assolutamente facile.

 

Ma con la forma che hai dimostrato di avere, visto che sei anche entrato in alcune fughe durante la corsa, siamo sicuri che questa tua decisione di lasciare sia irrevocabile?

La condizione fisica c’era e sapevo di averla perchè mi sono preparato bene, però ho anche 42 anni ed è giusto lasciare ora, non andrebbe bene nè per me nè per il ciclismo continuare. Io sono un tipo schietto, quando dico una cosa poi la faccio, purtroppo l’avventura si è conclusa male ma è andata così. Adesso farò due o tre circuiti post giro e poi basta.

 

Tu sei stato un vero e proprio stakanovista del Giro, in quanto dal 1994 a oggi hai preso parte a tutte le edizioni della corsa rosa tranne un paio. Possiamo dire che il Giro è la competizione alla quale sei più affezionato?

Sicuramente sì, ne ho fatti sedici e ne ho conclusi quattordici, non ho chiuso solo il primo e l’ultimo che ho fatto per problemi fisici. Non ho scelto a caso il Giro per concludere la mia lunga carriera, in quanto sono molto legato a questa corsa, ho indossato la maglia rosa e sono il più anziano ad averla indossata, ho vinto tappe, ho corso in squadra con Rominger e con Di Luca che ne hanno vinti uno a testa, quindi sono legato indissolubilmente al Giro.

 

Come sta la tua squadra, la Farnese Vini? Prima della partenza si è parlato molto dell’esclusione di Guardini, adesso però sembra che i risultati stiano arrivando e la vittoria di Gatto è la ciliegina sulla torta del giro che sta correndo la squadra.

Sapevamo tutti che questo Giro era molto duro. Guardini è molto bravo, ha vinto molte gare ma è giusto che maturi sotto la guida di Scinto. Abbiamo vinto una tappa, stiamo correndo bene e credo che ci saranno altre tappe adatte ai miei compagni, quindi approvo le scelte che ha fatto Luca perchè ha portato un gruppo che, nonostante la sfortuna, si è sempre fatto vedere anche con lunghe fughe. Secondo me la Farnese sta facendo un ottimo Giro e credo che anche Visconti abbia la gamba per vincere, tra l’altro mi ha detto che mi avrebbe dedicato la vittoria quindi lo aspetto.

 

Tu che hai corso vicino a Contador, puoi dirci se secondo te esiste una maniera per batterlo?

E’ molto difficile, per battere Contador deve andare in crisi. Ha dimostrato di non avere rivali e di riuscire a trovare alleanze anche con altre squadre, quindi sta correndo in modo intelligente. Se non ha un giorno di crisi il Giro è suo, anche perchè ormai è rimasto solo il Colle delle Finestre.

 

Hai già dei progetti per il futuro? Ti rivedremo ancora all’interno del mondo del ciclismo, magari come direttore sportivo?

Ho lasciato la bici da pochissimi giorni e già mi manca. E’ giusto staccare anche perchè ho una famiglia che ha sempre assecondato. Rimanere dentro mi piacerebbe sicuramente, vedremo che possibilità ci saranno.

 

Per un giovane che vuole avvicinarsi al ciclismo e che vorrebbe diventare un professionista che consigli puoi dargli dall’alto della tua esperienza?

Dico che bisogna fare questo sport con serietà. Il ciclismo è difficile, impegnativo, e bisogna dedicarsi a questo con la massima serietà. Se ha le doti poi verranno sicuramente fuori, senza problemi.

 

 

 

Carlo Gugliotta

Spazio Ciclismo: Andrea Noè e Gilberto Simoni ospiti d’onore della prossima puntata

Come ogni martedì in diretta dalle 13 alle 14 e in replica dalle 20 alle 21 andrà in onda la consueta puntata di “Spazio Ciclismo”, la trasmissione radiofonica che vi fa ascoltare i protagonisti del ciclismo!
Nella prossima puntata avremo l’onore di collegarci con due grandissimi campioni: Andrea Noè, reduce dal suo ritiro al Giro d’Italia, e Gilberto Simoni, il campione trentino che l’anno scorso si è ritirato dalle corse. Avremo il suo parere sul Giro d’Italia e in modo particolare commenterà l’arrivo dello Zoncolan, cima sulla quale ha trionfato per ben due volte consecutivamente.

Ricordo che la radio è ascoltabile sugli 88.100 in FM solo per chi è di Roma, mentre per tutti gli altri è possibile ascoltarci in streaming audio sul sito http://www.elleradio.it cliccando sul link “ora in onda”.
Come al solito sarà anche possibile porre delle domande o delle considerazioni attraverso il nostro numero di sms che è il 335-6637853.

Carlo Gugliotta

Spazio Ciclismo: Cristiano Gatti e Alberto Volpi ospiti della puntata di domani

Come ogni martedì, anche domani dalle 13 alle 14 saremo in diretta con “Spazio Ciclismo”, la trasmissione radiofonica di Nuova Spazio Radio che vi fa ascoltare i protagonisti nel ciclismo.
Il primo ospite di domani sarà Cristiano Gatti, giornalista de “Il Giornale”, con il quale commenteremo la Liegi-Bastogne-Liegi.
In seguito, il direttore sportivo della Liquigas Alberto Volpi sarà in collegamento con noi non solo per parlare della Liegi ma anche per analizzare come sta la Liquigas in vista del Giro d’Italia.

Ricordo ancora che la radio è ascoltabile sugli 88.100 in FM solo per chi è a Roma, mentre per tutti gli altri è possibile ascoltarci in streaming audio sul sito http://www.elleradio.it cliccando su “ora in onda”.

Carlo Gugliotta

Gilbert mette tutti in riga. Nibali speranza per il futuro?

Dopo un inizio di stagione all’insegna dei gregari diventati campioni per un giorno, Philippe Gilbert rimette tutti in riga e si conferma l’uomo da battere per le grandi classiche di un giorno. Dopo aver conquistato l’Amstel Gold Race domenica scorsa e la Freccia Vallone mercoledì, ieri il belga è riuscito a conquistare una storica tripletta. Tre gare consecutive ognuna a distanza di tre giorni l’una dall’altra. Un primato che fa in parte commuovere noi italiani, visto che l’ultimo ad essere riuscito in questa impresa era stato Davide Rebellin.

Gilbert è stato più forte di tutto e di tutti: nonostante nel finale sia rimasto davanti da solo contro i due fratelli Schleck, in una situazione quindi non molto favorevole visto che i due lussemburghesi avrebbero potuto far valere meglio il gioco di squadra, negli ultimi metri i due uomini del Team Leopard sono stati staccati e con un’azione bellissima Gilbert ha ottenuto la vittoria che da sempre aveva sognato, quella a due passi da casa sua, quella di Liegi, proprio lui che è nato ai piedi della Redoute.

Di contraltare al successo di Gilbert ci sono i rimpianti della Leopard: Andy Schleck non è arrivato al massimo della forma ai piedi del Saint Nicolas e si è messo a lavorare per Frank, ma nonostante la superiorità numerica non sono riusciti a battere il belga. La squadra deve quindi accontentarsi di un altro piazzamento in una classica-monumento dopo i vari secondi posti di Cancellara alla Sanremo e sul pavè. L’inizio della stagione della Leopard è stato molto deludente: ci si aspettava almeno una vittoria in una di queste corse visto che si tratta di un team bene attrezzato anche per affrontare le classiche, ma coloro che pensavano che nella squadra lussemburghese ci fossero troppi capitano (Cancellara, i due Schleck e Bennati) e pochi gregari, probabilmente aveva ragione. Sicuramente sul pavè è mancata la squadra al leader svizzero, mentre ieri i due fratelli non sono riusciti a sfruttare la superiorità numerica.

Tanti rimpianti anche per i colori azzurri: il primo degli italiani è stato Vincenzo Nibali, ottavo classificato. Il siciliano ha sicuramente il merito di essere comunque arrivato tra i primi, ma in generale ci si aspettava qualcosa di più dagli italiani, in modo particolare da Damiano Cunego, visto che Ivan Basso in settimana ha dichiarato di non essere al top della forma, condizione che gli ha precluso il Giro d’Italia. Nibali non stava molto bene al mattino, ma nonostante questo è riuscito a classificarsi tra i primi dieci. Anche se ha già vinto una Vuelta, si tratta di un corridore giovane, che può e deve fare ancora molto anche nelle classiche. L’obiettivo principale di Vincenzo è il Giro e si sa che quest’anno, se si arriva all’appuntamento troppo in forma si rischia di mancare nelle ultime decisive tappe, quindi non possiamo chiedere di più allo Squalo dello Stretto. Possiamo chiedergli però di riprovarci, visto che ha dimostrato di avere le carte in regola non solo per vincere le grandi corse a tappe ma anche per portare a casa la Liegi.

Carlo Gugliotta

Michele Bartoli: “Ballan e Oss sono i migliori italiani per le corse sul pavè”

Pubblichiamo l’intervista che l’ex corridore Michele Bartoli ha rilasciato in diretta durante la trasmissione radiofonica “Spazio Ciclismo” martedì 5 Aprile 2011.


Michele, andiamo ad analizzare quello che è stato il Giro delle Fiandre 2011. Un pò come per la Milano-Sanremo abbiamo avuto un risultato a sorpresa perchè non tutti si sarebbero aspettati la vittoria di Nuyens.

No, diciamo di no anche se Nuyens è un signor corridore, io ho fatto in tempo a correre con lui e già da giovane era molto forte, quindi nelle sue gambe ci sono queste vittorie e forse a trent’anni è riuscito ad ottenere quello che in tanti si aspettavano da lui.

Gli spettatori da casa si sono sicuramente divertiti anche a causa delle condizioni meteo: in molti si aspettavano la pioggia ma non è arrivata, inoltre ha iniziato a fare caldo e non sempre questo accade nel periodo in cui si svolge questa classica-monumento.

Direi che il Belgio è imprevedibile, a me per esempio è capitato a volte di partire con quindici gradi e di trovare la neve a metà strada. Il Belgio è così, è stranissimo, è chiaro però che di giornate così al Fiandre se ne vivono poche. Non sempre, insomma, c’è bisogno di molta acqua.

Analizzando i favoriti della vigilia, Cancellara è stato più “umano” stavolta. Lo svizzero ha dichiarato di essere rimasto senza acqua e ha pagato lo sforzo ma alla vigilia e durante buona parte di gara è sembrato molto consapevole delle sue forze.

Cancellara era al 100%, però a volte si pecca anche di troppa sicurezza, bisogna ricordarci che di Eddy Merckx ne è esistito uno solo e probabilmente uno ne esisterà. Cancellara era il più forte ma non si può correre in quel modo, ti va bene solo una volta l’anno portare a spasso gli avversari. A lui era andata bene ad Harelbeke, ma le corse con una tattica così scriteriata prima o poi le paghi.

In effetti anche vedendo dalla televisione è sembrato che fosse partito in un tratto in cui ci si sarebbe aspettato di tutto meno che un attacco, un tratto pianeggiante e senza troppe curve.

Quando uno si sente forte deve tenere presente che non bisogna fare chissà cosa, basta aspettare il Grammont e da lì abbiamo tutto il terreno per poter vincere, quindi non so cosa possa essere scattato nella testa di Fabian, forse cercava l’impresa che si ricordasse ma non c’è vittoria più bella di partire sul Grammont e lasciarsi tutti alle spalle, penso che avrebbe potuto farlo ma forse si è fatto prendere dall’entusiasmo e poi ha pagato.

L’altro sconfitto di giornata è stato Tom Boonen, il quale appena ha tagliato il traguardo si è sciolto in lacrime. C’era davvero molta pressione su di lui.

Ma sì, Boonen è sempre molto atteso da tutta la nazione in Belgio ma non solo, tutto il mondo del ciclismo lo aspetta. La tristezza forse dipende anche da qualche errore tattico perchè a quel punto mi sarei giocato Boonen in volata piuttosto che Chavanel in un gruppetto. Quando si è direttore sportivo bisogna prendere delle scelte, è chiaro che con il senno di poi si parla bene ma avendo corso bene io non avrei sacrificato Boonen per Chavanel.

In effetti la tattica della Quick Step è sembrata davvero poco precisa: prima si puntava solo su Boonen, poi hanno mandato Chavanel in avanti, poi lo stesso Boonen a tirare. E’ sembrato veramente un gran pasticcio a livello tattico.

E’ quello che ho dedotto anche io, è stato tutto abbastanza illogico. Ad un Giro delle Fiandre un errore lo puoi pagare, due è più difficile, ma tre diventa quasi impossibile, infatti alla fine hanno pagato.

Venendo ai colori azzurri abbiamo visto un Ballan che ha cercato di cavarsela e un Daniel Oss che ha avuto diversi incidenti durante il percorso che non gli hanno permesso di gareggiare al top negli ultimi chilometri. Come hai visto i nostri corridori?

Io ritengo che abbiamo due corridori che possono giocarsela in queste corse che sono Ballan e Oss, sinceramente non ne vedo altri che possano primeggiare in questo tipo di gare. Ballan è andato bene, è stato forte, poi chiaramente le sue caratteristiche non gli permettono di primeggiare in volata, deve anticipare ma non gli si può recriminare niente. Oss è giovane quindi deve acquisire un’identità e un modo di correre che ancora non può capire, ma credo sia un corridore sul quale puntarci molto per il futuro.

A proposito di futuro, tra cinque giorni ci sarà la Parigi-Roubaix, una corsa che tu hai disputato. Quando si parla di questa gara ovviamente si pensa soprattutto alla foresta di Aremberg. Come puoi descriverci questa foresta?

E’ veramente paurosa. La prima volta che l’ho vista me l’aspettavo brutta ma non così. Mette angoscia appena entri, poi inizi a ballare e quindi vai avanti. E’ un tratto di strada molto insidioso e direi che è l’unico di una difficoltà estrema. Gli altri sono difficili ma sono fattibili, la foresta di Aremberg è veramente una cosa fuori dal comune perchè è tutta dritta e i tasselli di pavè sono molto distanti, entra la ruota tra un tassello e l’altro e rischi di cadere.

Chi vedi favorito per domenica?

Da quello che abbiamo visto al Fiandre credo che Cancellara e Boonen siano gli unici due fari veri della corsa, per gli italiani Ballan può fare meglio del Fiandre e anche Oss se avrà meno sfortuna.

 

 

Carlo Gugliotta