Solo i ciclisti vengono controllati?

I lettori mi perdoneranno se entro “a gamba tesa” su un argomento che in linea di massima non mi dovrebbe competere, ma quando anche in altri sport al di fuori del ciclismo c’è qualcosa che non quadra, tutto questo dovrebbe portarci a fare una riflessione più generica. Premesso che a chi vi scrive piace molto il gioco del pallone, tanto da avere iniziato a muovere i primi passi nel giornalismo proprio come cronista del calcio giovanile e dilettantistico, mi risulta difficile non pensare a una grossa macchia che sta uscendo fuori in questi giorni nei quali si parla di scommesse, di gare pilotate e di giocatori narcotizzati. Già, avete capito bene, cari appassionati di ciclismo: narcotizzati. Stando a quello che riportano le varie fonti, per cercare di indirizzare un certo risultato i calciatori venivano narcotizzati con dei sonniferi, al punto che, come riporta la Gazzetta dello Sport di stamattina, si viene a scoprire che alcuni atleti della Cremonese si sentono male nell’intervallo di una partita e addirittura uno di loro finisce fuori strada con la propria auto mentre sta tornando a casa. Ora non voglio entrare nel merito del calcio scommesse, voglio semplicemente sottolineare una cosa: per quale motivo Gervasoni, il calciatore della Cremonese vittima dell’incidente d’auto, non è stato fermato prima di mettersi al volante? Mi spiego meglio: noi che siamo abituati a seguire le fatiche dei ciclisti, siamo anche abituati al famigerato controllo antidoping. Al termine di ogni gara e in ogni possibile momento anche fuori dalle corse i ciclisti vengono controllati con le analisi di sangue ed urine. La domanda che mi pongo è la seguente: perchè Gervasoni non è stato controllato? Non me la sto prendendo con il giocatore della Cremonese nè voglio supporre chissà che cosa, sia ben chiaro: voglio solo mostrare quanta discrepanza c’è tra il ciclismo e il calcio. Nel primo sport un atleta viene controllato notte e giorno, perfino quando va al cinema o quando decide di prendersi un periodo di vacanza, nel secondo neanche quando ci si sente male vengono effettuate le analisi di sangue e urina. Perchè tutto questo? Perchè un ciclista deve essere controllato e un calciatore no, neanche quando sta male? Solo dopo l’incidente Gervasoni è stato sottoposto alle analisi: se fosse successo prima si sarebbe evitato questo incidente e soprattutto i fatti forse si sarebbero conosciuti prima.
Ma soprattutto voglio chiedere agli appassionati di ciclismo: e se fosse stato un ciclista ad essere stato narcotizzato, cosa sarebbe successo? Vedo già la gogna mediatica, la ghigliottina pronta a tagliare la testa per l’ennesima volta a uno sport meraviglioso come quello delle due ruote. Ma stavolta la bici non c’entra nulla: stavolta c’è di mezzo il pallone, e insieme a lui sponsor, biglietti per lo stadio, diritti tv e chi più ne ha più ne metta. Pensate: un calciatore ingerisce un sonnifero, gioca la sua partita e poi torna a casa. E l’antidoping? E le analisi? Nessuno ci vieta di pensare, per chi vuole crederlo, che il calcio sia uno sport pulito, ma per il bene dei calciatori e per la credibilità del pallone forse è meglio fare qualche prelievo di sangue in più piuttosto che far schiantare un atleta con la macchina dopo averlo fatto giocare narcotizzato. Con un controllo antidoping si sarebbe scoperto che Gervasoni è un giocatore pulito, che si allena e che non ha bisogno di sostanze per essere un buon elemento in campo, ma perlomeno si sarebbe saputo subito che ha ingerito un sonnifero.
Probabilmente tutto resterà così: il caso delle scommesse verrà analizzato dalla giustizia e si arriverà ad una soluzione, ma la salute degli atleti resterà sempre in secondo piano. Del resto se circolano così tanti soldi perchè ci dovrebbe stare di mezzo la salute?

Carlo Gugliotta.

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