Giro delle Fiandre: Nuyens vince una corsa d’altri tempi

E’ stato sicuramente un Giro delle Fiandre spettacolare quello che si è appena concluso: premesso che si tratta di una corsa che non perderà mai il suo appeal, in quanto i muri in pavè sono qualcosa di unico al mondo, quest’anno il finale è stato ancora più bello perchè incerto fino all’ultimo metro. A trionfare è stato Nick Nuyens, corridore belga che da molti poteva essere considerato quasi un outsider in quanto negli anni precedenti non è mai riuscito ad ottenere una vittoria di particolare rilievo. Solo quest’anno, pochi giorni fa, è riuscito a vincere la Dwars door Vlaanderen, corsa di apertura della Campagna del Nord, ma in pochi si sarebbero aspettati una sua vittoria alla vigilia. La gara è stata animata da quando mancavano 86 km al traguardo, quando Chavanel ha tentato una fuga, mentre l’uomo più atteso, Fabian Cancellara, è rimasto senza squadra ma non si è perso d’animo, cosciente forse di essere l’uomo più forte. Ma stavolta ha sbagliato, o forse ha semplicemente esagerato: pur essendo un fuoriclasse, infatti, gli uomini sono fatti di due gambe e di un’energia limitata. Fabian è partito in un tratto di pianura come una moto quando mancavano circa 40 km al traguardo, ma una volta arrivato sul Grammont ha pagato caro lo sforzo ed è entrato in crisi. Chavanel, Ballan, Boonen, Gilbert e Hincapie, per fare i nomi più importanti di coloro che erano nel gruppetto subito dietro lo svizzero, sono riusciti a riprenderlo ai piedi dell’ultimo muro e sul tratto in pavè Gilbert e il nostro Ballan hanno tentato un’azione personale, senza però riuscire ad arrivare da soli fino all’ultimo chilometro. Nel finale ecco l’uomo che meno ti aspetti: rimasti soli lo svizzero, Chavanel e Nuyens, quest’ultimo ha beffato tutti allo sprint, piazzandosi dietro Cancellara e superandolo negli ultimi chilometri.
La seconda grande classica stagionale non ha dunque tradito le attese: dopo una Milano-Sanremo emozionante, incertissima fino alla fine, anche stavolta gli appassionati di ciclismo sono rimasti incollati alla tv fino alla fine. Si è visto un Cancellara “umano”, non più il robot che una volta scattato lo si rivedeva subito dopo il traguardo. Ed è molto significativa anche l’immagine di Boonen, l’altro grande atteso di giornata che ha tagliato il traguardo in quarta posizione, che subito dopo l’arrivo è scoppiato in lacrime, come a sciogliere la tensione accumulata nei giorni precedenti la corsa. E per quanto riguarda i nostri colori, ai microfoni degli inviati Rai, si è percepita la rabbia di Daniel Oss, vittima di una foratura nella parte centrale di gara, la tristezza di Filippo Pozzato, che sperava di far meglio, la delusione di Alessandro Ballan, che ci ha provato fino alla fine ma che non ha tagliato il traguardo tra i primi dieci. E di contraltare c’è la grande felicità di Nuyens, colui che sembrava un talento incompiuto e che oggi ha vinto una delle gare più importanti della sua vita.
Si è visto un ciclismo di altri tempi: emozioni, rabbia, tristezza, grinta e felicità sono stati l’ingrediente in più di una corsa che resterà per sempre mitica.

 

 

Carlo Gugliotta